Arco della Pace - Milano


L’Arco della Pace di Milano (Luigi Cagnola 1807) rappresenta l’ingresso trionfale e monumentale della città, nel punto di arrivo della strada del Sempione, collegata idealmente con Parigi. Assieme agli altri edifici dell’area adiacente, costituisce una delle maggiori realizzazioni architettoniche dell’edilizia milanese ottocentesca.
I materiali litoidi costituenti l’Arco sono molteplici e hanno caratteristiche (presenza di molti inclusi, venature e scistosità più deboli rispetto al costituente principale) che creano notevoli problemi conservativi, aggravati dalle condizioni climatiche del contesto urbanistico in cui è collocato.
Erano presenti notevoli depositi coerenti di croste nere e guano, oltre a depositi incoerenti di polvere e terriccio; al di sotto, la pietra si presentava fortemente alterata, polverulenta e in alcuni punti completamente decoesa ed erosa, con sollevamenti e distaccamenti.
Si notavano fessurazioni e crepe, in alcuni casi in fase di distacco, e diverse lacune, in alcune zone dovute alla caduta di elementi, in altre causate dalla loro erosione. Alcune porzioni erano state in precedenza fissate con perni metallici.



L’intervento di restauro si è sviluppato secondo le seguenti modalità:
1) mappatura, con la raffigurazione simbolica dello stato di conservazione e aggiornamento con le fasi di restauro;
2) rimozione preliminare a secco di depositi superficiali incoerenti e di vegetazione poco radicata;
3) trattamento biocida a spruzzo sulle zone ricoperte da guano;
4) trattamento preconsolidante con silicato di etile delle parti in avanzato stato di deterioramento;
5) sigillatura di cavillature, fessurazioni e sollevamenti, per evitare l’ingresso dell’acqua di pulitura all’interno;
6) infiltrazioni di malta a basso peso specifico per fissare le piccole porzioni in fase di distacco;
7) infiltrazioni di resina epossidica diluita per fissare le porzioni di dimensioni superiori in fase di distacco;
8) distacco delle parti in pietra pericolanti e loro stoccaggio previa identificazione della zona di distacco sui rilievi;
9) pulitura della superficie lapidea eseguita con acqua demineralizzata nebulizzata;
10) impacchi di carbonato di ammonio per la totale asportazione delle croste nere maggiormente compatte;
11) impacchi di soluzione di EDTA per la riduzione delle macchie rossastre derivanti da ossidi di ferro;
12) applicazione di impacchi di sepiolite per l’estrazione degli ossidi di ferro;
13) rimozione degli abbondanti strati di vernice presenti nella parte bassa dell’arco mediante impacchi calibrati;
14) microsabbiatura nelle zone particolarmente annerite o oggetto di vecchi trattamenti protettivi alterati irreversibili;
15) consolidamento delle parti decoese mediante impacchi successivi di carbonato di ammonio e idrossido di bario;
16) incollaggio dei frammenti distaccatisi con resine epossidiche e barre in vetroresina;
17) sigillatura e stuccatura finali delle fessurazioni e delle lacune di elementi lisci;
18) restauro delle pigne in bronzo poste negli spigoli della trabeazione.